Sfatiamo un mito, essere più felici non vuol dire essere felici sempre, significa essere umani e in grado di accettare ed affrontare le avversità che incontriamo facendo ricorso alle nostre risorse, ma senza sovraccaricarci con negatività ulteriori.
Quando ci troviamo a fronteggiare un evento negativo, come la morte di una persona cara, un incidente, la fine di una relazione o la perdita del lavoro, è importante vivere quelle emozioni e dare spazio alla tristezza e allo sconforto che i singoli eventi portano con sé, concedersi quindi di essere umani, stare con ciò che ci è accaduto, elaborare il dolore e dargli un posto, senza per questo farsene travolgere completamente, aggiungendo sofferenza e negatività immotivate, come quando ci autocommiseriamo:
“Ecco capitano tutte a me”, “sono proprio un incapace”, ” non sono una persona amabile”, “non troverò mai una persona che mi amerà”, “la mia vita è un inferno”, “non e la farò mai” e via così….
Essere stressati, tristi o ansiosi in certi periodi capita a tutti e non significa che non possiamo essere felici nel lungo periodo.
L’eccessiva autocritica e i pensieri oscuri, però, non ci permettono di fare fronte in maniera sana a ciò che ci sta accadendo e a reagire.
In questo caso è utile fare un passo indietro e osservare ciò che sta accadendo, in modo da contenere l’effetto “slavina”, che quel modo di fare potrebbe scatenare.
Essere aperti a vivere esperienze emotive ed essere flessibili ci rende capaci di fronteggiare eventi spiacevoli e di crescere grazie a essi.
Ci consente di vivere una vita più ricca di significato, non finalizzata alla ricerca del piacere fine a se stesso, ma di uno scopo più grande di noi, cui ambire.
Possiamo dare significato alla nostra vita attraverso la giustizia, l’onestà, la gentilezza ed il coraggio.
Cercare di essere più felici quindi è possibile, essere sempre felici è irrealistico.