5 atti casuali di gentilezza

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Leggendo degli articoli di psicologia positiva riguardo agli effetti della gentilezza e dell’altruismo sul livello di felicità delle persone, ho appreso che essere gentili nella propria vita, ci rende più amabili ed attraenti agli occhi degli altri, ci dà l’opportunità di essere in contatto con altre persone in maniera più profonda, di ricevere gentilezza in cambio, di sentirci in contatto con un bene più grande di noi e di avere di conseguenza uno stato di benessere generale maggiore.

Secondo una ricerca di Sonja Lyubomirsky (Professoressa dell’Università di Riverside, California) inserire all’interno della propria routine per almeno un giorno alla settimana, cinque atti di gentilezza verso gli altri, dà immediata soddisfazione.
Questa pratica viene chiamata “atti casuali di gentilezza”.

Questi gesti possono riguardare aiutare qualcuno che ha bisogno, sia un conoscente, un familiare, o anche uno sconosciuto, può trattarsi di piccole o grandi cose, come preparare una torta per un amico, scrivere un commento carino sulla pagina di qualcuno, donare il sangue, cedere il posto a qualcuno sull’autobus, lasciar parlare il nostro interlocutore senza interromperlo, donare un vecchio capo di vestiario, quando ne acquistiamo uno nuovo, abbracciare un amico/a, mettere via il cellulare e prestare attenzione alla famiglia, chiamare un amico/a che non si sente da tempo, aiutare una mamma con il suo passeggino…

E’ importante che non si tratti dello stesso gesto che si ripete, altrimenti questo perderà di forza e che sia destinato a diverse persone in diverse modalità ed intensità, ma che i cinque gesti avvengano tutti nello stesso giorno.

E’ utile inoltre prendere nota dei gesti compiuti, di come ci siamo sentiti nel compierli e se abbiamo avuto un impatto particolare.

Io ho deciso di metterlo in pratica, individuando un giorno della settimana in cui sono maggiormente disponibile, raccogliendo idee sui 5 gesti da compiere e annotando i contenuti una volta realizzati per verificarne gli effetti, quindi inserirli nella mia routine, per sperimentare un maggiore benessere.
Provate anche voi?

Espandere i propri orizzonti con il counseling

Avete fatto caso a cosa accade quando presi da pensieri e preoccupazioni ci concentriamo solo su noi stessi e su quel determinato problema da risolvere? I pensieri si affollano intorno a quel tema che torna più volte durante il giorno (a volte anche la notte!) e tendiamo ad isolarci.

Perdiamo il contatto con gli altri, diventiamo meno sensibili alla loro presenza, ai loro bisogni, ma anche e soprattutto al loro preziosissimo apporto nel vedere la situazione da un’altra prospettiva, nel trovare una via d’uscita al nostro stato d’animo.

L’auto-isolamento spegne l’empatia e la sensibilità, l’orizzonte si restringe e i problemi si ingigantiscono.

Se ci soffermiamo di più su chi ci sta intorno il nostro mondo si espande, i problemi sembrano più piccoli e il nostro umore è più alto con effetti benefici su di noi  e su chi ci sta intorno.

Nel contatto e nella condivisione con gli altri la nostra conoscenza del mondo e soprattutto di noi stessi si amplifica.

Un percorso di counseling puó aiutarci in questo delicato passaggio, aiuta ad aprirci a noi stessi e agli altri, a vedere con uno sguardo nuovo le cose, ci dà la possibilità di espandere i nostri orizzonti, in uno spazio sicuro e protetto.

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